martedì 26 marzo 2013

UN GIORNO DEVI ANDARE di Martina Perucca.



Il giorno 25 marzo si è svolta a Roma nel cinema “quattro fontane” la presentazione del nuovo film di Giorgio Diritti che ci racconta la storia di una donna Augusta che dopo dolorose vicende familiari è spinta a mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la sua esistenza. Su una piccola barca e nell'immensità della natura amazzonica inizia un viaggio accompagnando Suor Franca, un'amica della madre, nella sua missione presso i villaggi indios, scoprendo anche in questa terra remota i tentativi di conquista da parte del mondo occidentale. Augusta decide così di proseguire il suo percorso lasciando la suora per andare a Manaus: Dove vive in una favela. Qui, nell'incontro con la gente semplice del luogo torna a percepire la forza dell'istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio fino ad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l'amore, nel corpo e nell'anima. In una dimensione in cui la natura assume un senso profetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità essenziali, Augusta affronta l'avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione universale del senso dell'esistenza umana. Il film affronta temi attuali come quello religioso che può essere in ogni modo visto in una lettura laica, il tema del senso della felicità per conquistare un equilibrio, il volontariato e il donarsi agli altri, il tema del bisogno, che sono evidenzati da frasi di sceneggiatura come: “Devi andare, devi esserci e devi sperare” oppure la frase del predicatore nelle palafitte che dice “come si fa a vivere nell'indifferenza senza il senso della comunità”. È un film profondo e coinvolgente ogni spettatore è al fianco della protagonista nello scoprire le cose e condividere gioie, dolori, ansie e tutto ciò che la pervade. È un po' un documentario che racconta un viaggio, perchè il viaggio in queste terre maestose e sperdute aiuta a definire le priorità a ritrovare valori dietro al desiderio d’essere felici. Molto forte è il senso d’accoglienza il desiderio di uscire dalla gabbia della mente per tornare ad una vita primitiva senza oggetti materiali per ritrovare appunto la vera felicità accogliendo la priorità delle cose che ci circondano. Molto presente è il senso di comunità che accompagna tutti i film di Giorgio Diritti, ma soprattutto in questo che ci apre gli occhi ad un mondo che a noi sembra apparentemente lontano ma che c’è vicino più di quanto sembri: la minaccia del progresso, che ci fa dimenticare i valori più importanti del vivere e crescere insieme. Il film è stato ispirato dalla storia di un missionario Augusto che, nella sceneggiatura, è identificato in una donna per toccare temi diversi perchè alle donne appartiene innumerevoli risorse e hanno un istinto naturale nel proteggere la vita, a reagire e ad agire. Permettendo agli autori di lavorare sull'introspezione, sullo sviluppo delle relazioni, dei legami affettivi, della condivisione e ricercare il senso di Dio. È la storia sulla vita che ci lascia liberi di interpretare a nostro piacimento l'incontro con il bambino lasciandoci un finale aperto e pieno di speranza.
Martina Perucca

Nessun commento: