domenica 27 ottobre 2013

La cantante Francesca De Martin.





Francesca De Martin nasce a Barga (Lucca), il 6 aprile 1981, ha iniziato fin da piccola ad avere una grande predisposizione per la musica ed il canto, le prime esperienze nel coro delle voci bianche a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) ed a scuola durante le recite; dall'età di 16 anni inizia ad esibirsi in pianobar e spettacoli locali iniziando i primi studi di canto moderno, negli anni successivi molte le partecipazioni a spettacoli, concerti, serate di musica in tutta la Toscana fino ad arrivare alle selezioni per l'accademia di Sanremo per partecipare al festival nel 2000-2001-2002, alle selezioni per accedere al festival di Napoli, alle selezioni per il concorso di canto organizzato dal comune di Ciriè (Torino) per ottenere una borsa di studio assegnata da Mogol per entrare nella sua importante scuola. Molte le partecipazioni ai casting tv nazionali come “Momenti di Gloria”, “Domenica in”, “Xfactor”, “Amici”, “La corrida”, ”The voice” ed altri, le prime collaborazioni con gruppi della zona sperimentando diversi generi musicali ed indirizzandosi verso il “soul blues jazz”, con collaborazioni degne di nota come con il pianista Ugo Bongianni, da diversi anni uno degli arrangiatori degli ultimi successi di Mina, importante pianista jazz di stampo toscano e con molti altri bravi musicisti sempre di quel genere; ha aperto con il suo trio il concerto di Paolo Nutini, cantante soul italo-scozzese nell'ambito della manifestazione “Mini summer festival” in provincia di Lucca ed ha aperto il concerto di Gordon Haskell sempre nello stesso spettacolo. Francesca ha all'attivo collaborazioni con autori per interpretare nuovi brani e concerti acustici con musicisti toscani. Info: gdomusica@thecentre.it

domenica 6 ottobre 2013

PER ALTRI OCCHI, dal 9/10/13.


Vivere il mondo da una visione interiore: Annusare, assaporare l’esistenza senza poterne cogliere i colori ed i tratti definiti. Si ricostruisce all’interno della propria personalità un quadro del mondo basato su sensazioni, quelle immediate, primordiali che scaturiscono da un semplice odore, dallo sfiorare un volto di cui non si potranno mai descrivere le peculiarità. L'esistenza di un non vedente si basa sulla vita che si crea nell’intimo dell’anima e non sull’oggettività della realtà che a tutti è possibile riscontrare. "Per altri occhi” un docu-film diretto da Silvio Soldini e Giorgio Garini che sarà presentato in una proiezione unica in 30 sale italiane il 9 ottobre in corrispondenza della giornata mondiale per la cecità. Dopo la proiezione sarà trasmesso via satellite dall’Anteo Spaziocinema di Milano con la possibilità di discutere con gli attori i registi e con due grandi ospiti del mondo dello spettacolo e dello sport, Gianna Nannini e Giovanni Soldini. Condurrà l’evento Gianni Fantoni, che con la sua ironia e simpatia farà emergere riflessioni anche inaspettate sul tema della cecità. Questo film prende in esame le esistenze straordinarie di queste persone senza focalizzare l’attenzione sulle loro mancanze, ma su tutto quello che persone dotate di tutte le capacita sensoriali non riescono a cogliere. Un racconto vivace e sorprendente che fa riflettere, ridere e commuovere, che abbatte le barriere, fa cambiare il nostro sguardo nei confronti della diversità e che vuole insegnare a fronteggiare le piccole sfide d’ogni giorno in modo giusto. Lo spettatore assiste ad una specie di paradosso in cui queste persone fanno della loro debolezza una forza, un motivo in più. Scolpire statue di proporzioni perfette, andare in barca a vela, sciare, suonare, ricevere emozioni da un panorama che non si può minuziosamente descrivere è ancora possibile perchè il loro mondo è radicato all’interno e non aldilà dei loro occhi, gli stessi che non vedendo raccontano la vita. Un film nato per caso, dalla passione e dalla curiosità dei registi dopo aver conosciuto Enrico, un fisioterapista cieco, che è anche uno dei protagonisti, che li ha condotti a conoscere, a scoprire e indagare la vita di molte altre persone non vedenti, che nonostante siano diverse conducono un’esistenza nella maniera più normale possibile e sono felici. Storie da cui c’è molto da imparare, e proprio queste persone speciali che non ci vedono, ci permettono di cambiare il nostro sguardo di fronte alla vita e sul mondo vendendolo con altri occhi.
 Martina Perucca

BLACKSTAR: NATI SOTTO UNA STELLA NERA.



Il 3 ottobre al cinema Adriano a Roma si è svolta la presentazione del film di Francesco Castellani “Blackstar nati sotto una stella nera” già presentato alla Fiera di Roma fuori concorso che uscirà ufficialmente in sole 15 sale in tutta Italia il 10 ottobre. Questo film è liberamente ispirato alla vera storia dei “Liberi Nantes Football Club” una squadra di calcio interamente formata di giocatori vittime di migrazione forzata di una periferia romana. Il film non è sulla “migrazione” ma piuttosto sulla realtà quotidiana di dubbi e precarietà in cui vivono migranti e non migranti, che si confrontano e si scontrano mostrando le paure e il disagio di vivere in un periodo in cui si è privi d’identità e stabilità, tutti accomunati dall’incertezza del futuro. Un film in cui il fenomeno della migrazione entra solo di riflesso nella vicenda, un racconto che  rivela quanto siamo tutti simili e “fratelli” nelle avversità quotidiane. Racconta di una disputa di quartiere per un campo di calcio abbandonato, una “guerra tra poveri” che li aiuta a scoprirsi e ad aprirsi a realtà solo apparentemente lontane. Affrontando un tema difficile utilizzando il gioco del calcio come simbolo d’integrazione e famiglia. Il calcio è un linguaggio universale che aiuta questi giovani migranti a sentirsi parte di qualcosa a sentirsi a casa. Il gioco di squadra che insegna amore e fraternità. Con lo slogan “FREE  TO PLAY” liberi di giocare, di esprimersi e di vivere. Indica la ricerca della propria strada e del destino in una dimensione di vita da vivere liberamente. Una libertà che purtroppo è continuamente minacciata dalla precarietà e dalla paura.Un film contornato dalle musiche di “bufalo kill” che con i loro testi ci fanno vivere le storie di vita di una terra difficile e i brani del maestro Ennio Morricone. Nel film possiamo ammirare anche un monumento/scultura al migrante ignoto di Sprout, un’opera d’arte che rappresenta le tragedie del viaggio obbligato la perdita d’identità e di una famiglia. Raffigura un passaggio, un tunnel, una metafora di viaggio e del cambiamento di vita. È una struttura fatta con 300 elementi di ceramica a forma di radici, spine, germogli alcuni che possono essere fischiati e sono agganciati ad un cavo di metallo. È un simbolo per rendere onore e commemorare i numerosi caduti in mare e i morti durante le migrazioni. Questa è la vera storia di ragazzi rifugiati che si sono uniti grazie all’aiuto di volontari e hanno formato una squadra che partecipa al campionato di calcio di terza categoria. I liberi nantes sono nati per dare asilo attraverso lo sport, convinti che si può accogliere chi ne ha bisogno anche su un campo di calcio, in una palestra, in una piscina perché ritornare a giocare è per certi versi ritornare a vivere davvero.
Martina Perucca