domenica 2 dicembre 2012

MAD IN ITALY: Come la crisi porta alla pazzia (di Martina Perucca).



Il 30 novembre, al Fusolab 2.0, di Roma è stato proiettato il primo lungometraggio di Paolo Fazzini “MAD IN ITALY”. La storia di questo film ci vuole raccontare la realtà che l'Italia si trova a vivere in questo periodo. Il regista ha quindi fatto delle ricerche e si è imbattuto in notizie di cronaca forti che lo hanno molto colpito, come ragazze scomparse, polizia corrotta ed una evidente crisi economica. In questo film, infatti, Fazzini cerca di racchiudere tutti questi fatti in un’unica sceneggiatura tutta all'italiana senza cadere nella banalità e descrivendo situazioni realmente accadute. Ha quindi messo in scena questo lungometraggio che è un misto tra thriller e horror per narrarci una storia diversa che racchiude in se temi importanti interconnesse tra loro come la crisi economica che rende sempre più difficile trovare un lavoro fisso e creando nei giovani demotivazione e scoraggiamento. Racconta, infatti, la storia di un ragazzo di trenta anni, Davide, che vive in una casa isolata tra le colline dell’Italia centrale e che si trova in mezzo alla crisi economica e a cambiamenti politici e sociali importanti. Licenziato dal suo lavoro, Davide cerca il modo di sfogare con violenza le sue frustrazioni dovute al lavoro precario e alla rigida educazione di un padre-padrone. Davide è quindi un serial killer portato ad uccidere dalla società, non è totalmente pazzo, ma c’è diventato per colpa della realtà che ha sempre vissuto. Anche l'ambiente in cui è girato e il panorama che ci mostra sono indispensabili per capire il film e il personaggio di Davide, per esempio la casa in cui vive rappresenta a pieno questo suo stato d'animo sempre in contrasto, perchè è si il luogo in cui si trova meglio e si rifugia dal mondo esterno ma è anche una delle principali cause che lo costringeranno a vivere sempre in questo costante stato di paranoia che lo porterà al delirio e dunque al rapimento della ragazza. Le campagne circostanti invece rappresentano una metafora tra la tranquillità apparente e quello che in realtà succede lì intorno. È un film particolare con un intreccio ben studiato realizzato a basso budget ma ben riuscito che ci fa capire al meglio le conseguenze di un’Italia corrotta, in cui ci sono persone disposte a tutto pur di sopravvivere ed andare avanti.
Martina Perucca
(Foto Romani).