giovedì 27 febbraio 2014

"Felice chi è diverso" di Gianni Amelio, dal 6/3/14 al cinema.



Uscirà nelle sale il 6 marzo il documentario di Gianni Amelio, già presentato all'ultimo Festival di Berlino, prodotto da Rai Cinema, Rai Trade e Istituto Luce – Cinecittà. "Felice chi è diverso" – titolo preso in prestito da una poesia del poeta Sandro Penna, racconta l'Italia dell'universo omosessuale attraverso interviste di chi ha vissuto il peso della propria “diversità”, ricordi ed esperienze di vita di persone che hanno vissuto gli anni repressivi del fascismo e del secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Il documentario è un’immersione in un lavoro d’archivio e di documentazione che sfiora la denuncia.  Si raccontano 20 storie, tra esempi di vita e "coming out" in Italia, Felice chi è diverso è un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese”, ha dichiarato ufficialmente Amelio. È un viaggio fatto di storie raccolte dal Nord al Sud del Paese, di chi ha vissuto sulla propria pelle il peso di essere un “diverso”. Racconti di repressione, censura, dignità, coraggio, e felicità”. La prima parte del film è legata all’aspetto comunicativo del tema trattato, in altre parole alle varie modalità in cui i principali mass media italiani (cinegiornali, stampa, tv e cinema) hanno raccontato l’omosessualità tra gli anni trenta e ottanta del Novecento: immagini ridicole, denigratorie e volgari. Fino a quando in Italia, leggermente in ritardo rispetto ad altri paesi europei e agli Stati Uniti già attivi sul finire degli anni sessanta, sono sorte e si sono sviluppate strutture e spazi dove poter rivendicare i propri diritti senza subire violente e omofobe repressioni. La seconda parte del film di Amelio sarebbe, invece, dedicata agli adolescenti gay, “per capire cosa è cambiato e quali sono i problemi ancora da affrontare all’interno della famiglia e della società in cui vivono”. Questo documentario racconta come la battaglia dell'omosessualità non è ancora finita, poiché esiste ancora qualcuno che veda l'omosessualità come qualcosa di diverso in maniera negativa, confermato dal fatto che lo stesso Papa Francesco riconosca il problema in maniera cristiana e aperta, è un grande evento storico, visto che in passato ci sono stati papi che hanno detto cose nefaste verso l'omosessualità, infatti, il regista prendendo la parola afferma: “A Berlino c'è stato un articolo lungo da parte di Hollywood Reporter, che affermava che questo documentario sembrava un film di trenta anni fa e per me è stato il più grande elogio che mi potessero fare. Poiché le persone da me intervistate hanno parlato in un certo modo significa che la guerra non è finita, ma deve ancora cominciare. Io ho una teoria: tutta l'omofobia nasce dalla paura di essere, permettetemelo, froci!  C'è chi prende coscienza della propria fragilità e ne fa un punto di forza. Chi diventa omofobo ha paura della cosa. Il fatto è che noi crediamo che certe cose appartengano alla preistoria, ma non è vero, ed è per questo che ho fatto un documentario in cui persone testimoniassero quello che è stato e quello che è. Purtroppo ancora oggi è difficile dire le cose come sono; ci sono persone, tra cui qualcuno degli intervistati, che vorrebbero dire qualcosa, ma non ce la fanno e continuano a nascondersi”. L’intenzione del documentario è quindi di far aprire gli occhi a tutti, proponendoci diverse testimonianze ognuna differente e unica dall’altra e per questo ha inserito i nomi degli intervistati solo nei titoli di coda, perché le immagini e le parole di ciascuna persona, con i propri racconti e la vicenda personale, sono sufficienti non serve definirli intorno a un nome a un luogo, ma solo alla fine il pubblico ne deve trarre i giudizi. Questi racconti aiutano a capire meglio la questione dei gay, soprattutto ai giorni nostri, dove l'intolleranza ancora esiste, così come gli atti di discriminazione e le intimidazioni. Questo documentario vuole essere un piccolo passo in avanti, per prendere maggiore consapevolezza di una condizione naturale, come l'ha definita lo stesso Amelio,  di gente che si vuole bene e lo fa alla luce del sole. Perché, in fondo, diverso da chi?
Martina Perucca