domenica 11 settembre 2016

LEONARDO CARANZETTI, UNA VOCE DI NETTUNO.



In un’epoca in cui i cantanti emergono a suon di talent show e social media, diventa sempre più difficile riuscire ad apprezzare voci davvero nuove e lontane dal solito tam tam nazional popolare, in grado di farci ricordare quel ventennio d'oro della musica italiana, collocabile tra gli anni '60 e '80, che ancora fa sognare moltissimi fan. Allora diventa coinvolgente e incoraggiante parlare di Leonardo Caranzetti, un cantante nettunese che merita molta notorietà ed ha recentemente interpretato quattordici pezzi nell'album "Sarò", scritti da Mercuri e Pungelli, inciso presso lo studio "Arte, Musica & Spettacolo". La grafica del disco è stata curata da Danilo Carrarini ed ha ottenuto il supporto dell'emittente locale Radio Antenne Erreci. Ascoltando traccia dopo traccia i singoli brani, già dall'incipit di "Sarò", il brano omonimo dell'album, si coglie una vena d’intenso romanticismo che avvicina Leonardo Caranzetti a cantautori come i Pooh. "Siamo fatti così", che si basa su arrangiamenti lievemente più rock, fa volare la mente dell'ascoltatore paragonando l'interprete nettunese a Vasco Rossi. Il brano "Un angelo diventerò" ci porta invece sulle reminiscenze di alcuni successi targati Eros Ramazzotti, mentre "Io ti canterò" non si allontana molto dall'impostazione del miglior Max Pezzali, alle sue prime ballate da ex degli 883. "Persi" e "Segnali di fumo" sono brani davvero originali e anticonformisti, che ci ricordano quanto sia importante l'evasione dalla routine quotidiana, in questa misera società del politicamente corretto. Impossibile quindi non paragonare "Cosa resterà di noi", con la quasi omonima canzone di Raf, anche se Leonardo Caranzetti mette significativamente il suo accento sulle personalità di cui canta, con estro e buon gusto. I pezzi "Sei fantastica", "Sei una bomba d'amore" e "Un amore io e te" sono invece tre appassionate dichiarazioni alla propria dolce metà, nelle quali molti cultori della musica leggera e pop italiana potranno riconoscersi. Di tutt'altro sapore "Che donna sei", in cui Leonardo Caranzetti ci trasmette, con struggente sensibilità, i postumi di una storia finita male. Brani di spensierata evasione, tipicamente vacanzieri, sono invece "Guarda come brilla" e "Ciliege ciliege", con i quali l'artista ci intrattiene grazie a ritmi morbidi e ballabili, ma sempre gradevolissimi e piacevolmente orecchiabili, quasi in stile Los Locos, infine, "Pensieri d'autunno" consegna al ricordo malinconico e suadente del passato un’altra estate che se ne va, tra sabbie fredde e onde pigre, come "Sognando la California" dei Dik Dik e "29 settembre" dell'Equipe 84. Terminando si tratta di un disco certamente interessante e facilmente apprezzabile, che può e deve spronare Leonardo Caranzetti a continuare così; con l'impegno, la grinta e la passione che lo contraddistinguono.
Mariodonato  Lombardini