Il giorno 25 marzo si è svolta a
Roma nel cinema “quattro fontane” la presentazione del nuovo film di Giorgio
Diritti che ci racconta la storia di una donna Augusta che dopo dolorose
vicende familiari è spinta a mettere in discussione le certezze su cui aveva
costruito la sua esistenza. Su una piccola barca e nell'immensità della natura
amazzonica inizia un viaggio accompagnando Suor Franca, un'amica della madre,
nella sua missione presso i villaggi indios, scoprendo anche in questa terra
remota i tentativi di conquista da parte del mondo occidentale. Augusta decide
così di proseguire il suo percorso lasciando la suora per andare a Manaus: Dove
vive in una favela. Qui, nell'incontro con la gente semplice del luogo torna a
percepire la forza dell'istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio fino
ad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l'amore, nel
corpo e nell'anima. In una dimensione in cui la natura assume un senso
profetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità essenziali, Augusta
affronta l'avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione
universale del senso dell'esistenza umana. Il film affronta temi attuali come
quello religioso che può essere in ogni modo visto in una lettura laica, il
tema del senso della felicità per conquistare un equilibrio, il volontariato e
il donarsi agli altri, il tema del bisogno, che sono evidenzati da frasi di
sceneggiatura come: “Devi andare, devi esserci e devi sperare” oppure la frase
del predicatore nelle palafitte che dice “come si fa a vivere nell'indifferenza
senza il senso della comunità”. È un film profondo e coinvolgente ogni
spettatore è al fianco della protagonista nello scoprire le cose e condividere
gioie, dolori, ansie e tutto ciò che la pervade. È un po' un documentario che
racconta un viaggio, perchè il viaggio in queste terre maestose e sperdute aiuta
a definire le priorità a ritrovare valori dietro al desiderio d’essere felici.
Molto forte è il senso d’accoglienza il desiderio di uscire dalla gabbia della
mente per tornare ad una vita primitiva senza oggetti materiali per ritrovare
appunto la vera felicità accogliendo la priorità delle cose che ci circondano. Molto
presente è il senso di comunità che accompagna tutti i film di Giorgio Diritti,
ma soprattutto in questo che ci apre gli occhi ad un mondo che a noi sembra
apparentemente lontano ma che c’è vicino più di quanto sembri: la minaccia del
progresso, che ci fa dimenticare i valori più importanti del vivere e crescere
insieme. Il film è stato ispirato dalla storia di un missionario Augusto che, nella
sceneggiatura, è identificato in una donna per toccare temi diversi perchè alle
donne appartiene innumerevoli risorse e hanno un istinto naturale nel
proteggere la vita, a reagire e ad agire. Permettendo agli autori di lavorare
sull'introspezione, sullo sviluppo delle relazioni, dei legami affettivi, della
condivisione e ricercare il senso di Dio. È la storia sulla vita che ci lascia
liberi di interpretare a nostro piacimento l'incontro con il bambino
lasciandoci un finale aperto e pieno di speranza.
Martina Perucca