Uscirà nelle sale
il 6 marzo il documentario di Gianni
Amelio, già presentato all'ultimo Festival di Berlino, prodotto da Rai
Cinema, Rai Trade e Istituto Luce – Cinecittà. "Felice chi è diverso" – titolo preso in prestito da una
poesia del poeta Sandro Penna, racconta
l'Italia dell'universo omosessuale attraverso interviste di chi ha vissuto il
peso della propria “diversità”, ricordi ed esperienze di vita di persone che
hanno vissuto gli anni repressivi del fascismo e del secondo dopoguerra fino ai
giorni nostri. Il documentario è un’immersione in un lavoro d’archivio e di
documentazione che sfiora la denuncia. Si
raccontano 20 storie, tra esempi di vita e "coming out" in Italia, “Felice chi è diverso è un viaggio in un’Italia
segreta, raramente svelata dalle cineprese”, ha dichiarato ufficialmente
Amelio. È un viaggio fatto di
storie raccolte dal Nord al Sud del Paese, di chi ha vissuto sulla propria
pelle il peso di essere un “diverso”. Racconti di repressione, censura,
dignità, coraggio, e felicità”. La prima parte del film è legata all’aspetto
comunicativo del tema trattato, in altre parole alle varie modalità in cui i
principali mass media italiani (cinegiornali, stampa, tv e cinema) hanno
raccontato l’omosessualità tra gli anni trenta e ottanta del Novecento: immagini ridicole, denigratorie e volgari. Fino a quando in Italia, leggermente in ritardo rispetto
ad altri paesi europei e agli Stati Uniti già attivi sul finire degli anni
sessanta, sono sorte e si sono sviluppate strutture e spazi dove poter
rivendicare i propri diritti senza subire violente e omofobe repressioni. La
seconda parte del film di Amelio sarebbe, invece, dedicata agli adolescenti
gay, “per capire cosa è cambiato e quali sono i problemi ancora da affrontare
all’interno della famiglia e
della società in cui vivono”. Questo documentario racconta come la
battaglia dell'omosessualità non è ancora finita, poiché esiste ancora qualcuno
che veda l'omosessualità come qualcosa di diverso in maniera negativa, confermato
dal fatto che lo stesso Papa Francesco riconosca il problema in
maniera cristiana e aperta, è un grande evento storico, visto che in passato ci
sono stati papi che hanno detto cose nefaste verso l'omosessualità, infatti, il regista prendendo la parola afferma: “A
Berlino c'è stato un articolo lungo da parte di Hollywood Reporter, che
affermava che questo documentario sembrava un film di trenta anni fa e per me è
stato il più grande elogio che mi potessero fare. Poiché le persone da me
intervistate hanno parlato in un certo modo significa che la guerra non è finita,
ma deve ancora cominciare. Io ho una teoria: tutta l'omofobia nasce dalla paura
di essere, permettetemelo, froci! C'è
chi prende coscienza della propria fragilità e ne fa un punto di forza. Chi
diventa omofobo ha paura della cosa. Il fatto è che noi crediamo che certe cose
appartengano alla preistoria, ma non è vero, ed è per questo che ho fatto un
documentario in cui persone testimoniassero quello che è stato e quello che è.
Purtroppo ancora oggi è difficile dire le cose come sono; ci sono persone, tra
cui qualcuno degli intervistati, che vorrebbero dire qualcosa, ma non ce la
fanno e continuano a nascondersi”. L’intenzione del documentario è quindi di
far aprire gli occhi a tutti, proponendoci diverse testimonianze ognuna
differente e unica dall’altra e per questo ha inserito i nomi degli
intervistati solo nei titoli di coda, perché le immagini e le parole di
ciascuna persona, con i propri racconti e la vicenda personale, sono sufficienti
non serve definirli intorno a un nome a un luogo, ma solo alla fine il pubblico
ne deve trarre i giudizi. Questi racconti aiutano a capire
meglio la questione dei gay, soprattutto ai giorni nostri, dove l'intolleranza
ancora esiste, così come gli atti di discriminazione e le intimidazioni. Questo
documentario vuole essere un piccolo passo in avanti, per prendere maggiore
consapevolezza di una condizione naturale, come l'ha definita lo stesso Amelio,
di gente che si vuole bene e lo fa alla luce del sole. Perché, in fondo,
diverso da chi?
Martina
Perucca