Francesca De
Martin nasce a Barga (Lucca), il 6 aprile 1981, ha iniziato fin da piccola ad
avere una grande predisposizione per la musica ed il canto, le prime esperienze
nel coro delle voci bianche a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) ed a scuola
durante le recite; dall'età di 16 anni inizia ad esibirsi in pianobar e
spettacoli locali iniziando i primi studi di canto moderno, negli anni
successivi molte le partecipazioni a spettacoli, concerti, serate di musica in
tutta la Toscana
fino ad arrivare alle selezioni per l'accademia di Sanremo per partecipare al
festival nel 2000-2001-2002, alle selezioni per accedere al festival di Napoli,
alle selezioni per il concorso di canto organizzato dal comune di Ciriè
(Torino) per ottenere una borsa di studio assegnata da Mogol per entrare nella
sua importante scuola. Molte le partecipazioni ai casting tv nazionali come
“Momenti di Gloria”, “Domenica in”, “Xfactor”, “Amici”, “La corrida”, ”The
voice” ed altri, le prime collaborazioni con gruppi della zona sperimentando diversi
generi musicali ed indirizzandosi verso il “soul blues jazz”, con
collaborazioni degne di nota come con il pianista Ugo Bongianni, da diversi
anni uno degli arrangiatori degli ultimi successi di Mina, importante pianista
jazz di stampo toscano e con molti altri bravi musicisti sempre di quel genere;
ha aperto con il suo trio il concerto di Paolo Nutini, cantante soul
italo-scozzese nell'ambito della manifestazione “Mini summer festival” in
provincia di Lucca ed ha aperto il concerto di Gordon Haskell sempre nello
stesso spettacolo. Francesca ha all'attivo collaborazioni con autori per
interpretare nuovi brani e concerti acustici con musicisti toscani. Info:
gdomusica@thecentre.it
domenica 27 ottobre 2013
domenica 6 ottobre 2013
PER ALTRI OCCHI, dal 9/10/13.
Vivere il
mondo da una visione interiore: Annusare, assaporare l’esistenza senza poterne
cogliere i colori ed i tratti definiti. Si ricostruisce all’interno della propria
personalità un quadro del mondo basato su sensazioni, quelle immediate, primordiali
che scaturiscono da un semplice odore, dallo sfiorare un volto di cui non si
potranno mai descrivere le peculiarità. L'esistenza di un non vedente si basa
sulla vita che si crea nell’intimo dell’anima e non sull’oggettività della
realtà che a tutti è possibile riscontrare. "Per altri occhi” un docu-film
diretto da Silvio Soldini e Giorgio Garini che sarà presentato in una
proiezione unica in 30 sale italiane il 9 ottobre in corrispondenza della
giornata mondiale per la cecità. Dopo la proiezione sarà trasmesso via
satellite dall’Anteo Spaziocinema di Milano con la possibilità di discutere con
gli attori i registi e con due grandi ospiti del mondo dello spettacolo e dello
sport, Gianna Nannini e Giovanni Soldini. Condurrà l’evento Gianni Fantoni, che
con la sua ironia e simpatia farà emergere riflessioni anche inaspettate sul
tema della cecità. Questo film prende in esame le esistenze straordinarie di
queste persone senza focalizzare l’attenzione sulle loro mancanze, ma su tutto
quello che persone dotate di tutte le capacita sensoriali non riescono a
cogliere. Un racconto vivace e sorprendente che fa riflettere, ridere e
commuovere, che abbatte le barriere, fa cambiare il nostro sguardo nei
confronti della diversità e che vuole insegnare a fronteggiare le piccole sfide
d’ogni giorno in modo giusto. Lo spettatore assiste ad una specie di paradosso
in cui queste persone fanno della loro debolezza una forza, un motivo in più. Scolpire
statue di proporzioni perfette, andare in barca a vela, sciare, suonare, ricevere
emozioni da un panorama che non si può minuziosamente descrivere è ancora
possibile perchè il loro mondo è radicato all’interno e non aldilà dei loro
occhi, gli stessi che non vedendo raccontano la vita. Un film nato per caso,
dalla passione e dalla curiosità dei registi dopo aver conosciuto Enrico, un
fisioterapista cieco, che è anche uno dei protagonisti, che li ha condotti a
conoscere, a scoprire e indagare la vita di molte altre persone non vedenti,
che nonostante siano diverse conducono un’esistenza nella maniera più normale
possibile e sono felici. Storie da cui c’è molto da imparare, e proprio queste
persone speciali che non ci vedono, ci permettono di cambiare il nostro sguardo
di fronte alla vita e sul mondo vendendolo con altri occhi.
Martina Perucca
BLACKSTAR: NATI SOTTO UNA STELLA NERA.
Il 3 ottobre al cinema Adriano a
Roma si è svolta la presentazione del film di Francesco Castellani “Blackstar
nati sotto una stella nera” già presentato alla Fiera di Roma fuori concorso
che uscirà ufficialmente in sole 15 sale in tutta Italia il 10 ottobre. Questo
film è liberamente ispirato alla vera storia dei “Liberi Nantes Football Club”
una squadra di calcio interamente formata di giocatori vittime di
migrazione forzata di una periferia romana. Il film non è sulla “migrazione” ma
piuttosto sulla realtà quotidiana di dubbi e precarietà in cui vivono migranti
e non migranti, che si confrontano e si scontrano mostrando le paure e il
disagio di vivere in un periodo in cui si è privi d’identità e stabilità, tutti
accomunati dall’incertezza del futuro. Un film in cui il fenomeno della
migrazione entra solo di riflesso nella vicenda, un racconto che rivela
quanto siamo tutti simili e “fratelli” nelle avversità quotidiane. Racconta di
una disputa di quartiere per un campo di calcio abbandonato, una “guerra tra
poveri” che li aiuta a scoprirsi e ad aprirsi a realtà solo apparentemente
lontane. Affrontando un tema difficile utilizzando il gioco del calcio come
simbolo d’integrazione e famiglia. Il calcio è un linguaggio universale che
aiuta questi giovani migranti a sentirsi parte di qualcosa a sentirsi a casa.
Il gioco di squadra che insegna amore e fraternità. Con lo slogan “FREE
TO PLAY” liberi di giocare, di esprimersi e di vivere. Indica la ricerca della
propria strada e del destino in una dimensione di vita da vivere liberamente.
Una libertà che purtroppo è continuamente minacciata dalla precarietà e dalla
paura.Un film contornato dalle musiche di “bufalo kill” che con i loro testi ci
fanno vivere le storie di vita di una terra difficile e i brani del maestro
Ennio Morricone. Nel film possiamo ammirare anche un monumento/scultura al
migrante ignoto di Sprout, un’opera d’arte che rappresenta le tragedie del
viaggio obbligato la perdita d’identità e di una famiglia. Raffigura un
passaggio, un tunnel, una metafora di viaggio e del cambiamento di vita. È una
struttura fatta con 300 elementi di ceramica a forma di radici, spine, germogli
alcuni che possono essere fischiati e sono agganciati ad un cavo di metallo. È
un simbolo per rendere onore e commemorare i numerosi caduti in mare e i morti
durante le migrazioni. Questa è la vera storia di ragazzi rifugiati che si sono
uniti grazie all’aiuto di volontari e hanno formato una squadra che partecipa
al campionato di calcio di terza categoria. I liberi nantes sono nati per dare
asilo attraverso lo sport, convinti che si può accogliere chi ne ha bisogno
anche su un campo di calcio, in una palestra, in una piscina perché ritornare a
giocare è per certi versi ritornare a vivere davvero.
Martina Perucca
Iscriviti a:
Post (Atom)